Vi è mai capitato di voler imparare una nuova lingua (o almeno i rudimenti), ma di avere poco tempo a disposizione per farlo e soprattutto per frequentare un corso tradizionale (presenziale)? A me è capitato spesso. Ho sempre avuto una spiccata predilezione per le lingue straniere in generale, ma poco tempo da dedicare allo studio convenzionale.

Come avrete già capito da miei post precedenti, sono una patita dello studio a distanza e di Internet in generale. Ebbene, proprio in rete ho trovato un'ottima risorsa per l'apprendimento di nuove lingue straniere. Parlo sempre e soltanto di metodi che ho personalmente sperimentato e mai per sentito dire. Vi presento, allora, per chi non lo conoscesse, il Dr. Paul Pimsleur, creatore del "Pimsleur Method", un sistema rivoluzionario, ma basato in realtà su un concetto semplicissimo, quello della memoria. Tra poco vi spiego come funziona la lezione, prima ecco il link al loro sito. Da lì è possibile scaricare, dopo una veloce registrazione, la prima lezione dimostrativa gratuita. Se si decide di acquistare, in seguito, le altre lezioni del corso, lo si può fare acquistando i relativi CD o scaricando le lezioni sotto forma di MP3 (consiglio quest'ultima soluzione decisamente meno costosa e più immediata). Le lezioni possono, poi, essere caricate su un lettore tipo iPod e ascoltate dovunque in tutta comodità. Per ciascuna lezione occorre calcolare almeno mezz'ora di tempo e la costanza di seguire il corso quotidianamente, cioè una lezione al giorno (mai più di una al giorno).
Veniamo ora al metodo. Premetto che il corso che ho acquistato io è stato quello di norvegese, di cui esiste, purtroppo, solo la parte dedicata ai principianti. In pochi richiedono questa lingua che è considerata, quindi, minore rispetto ad altre più diffuse. Effettivamente, come dar loro torto. Il norvegese è parlato solo in Norvegia, anche se la sua conoscenza permette poi di districarsi perfettamente anche in Svezia e Danimarca. Il corso è totalmente basato sull'ascolto e sulla ripetizione. Esiste una parte scritta che fa da appendice alle lezioni e in cui vengono riportati la maggior parte di vocaboli usati durante la fase orale per mostrarne la grafia. Non esistono difficoltose sezioni grammaticali da studiare e ricordare e questo vale per tutte le lingue, perché le lezioni sono tutte impostate allo stesso modo. L'unico inconveniente, per chi non conosca l'inglese, è che le istruzioni su quando e come rispondere durante l'ascolto sono impartite da un americano... Si incomincia con i primi rudimenti di una lingua e normalmente viene sempre inscenato uno spezzone di vita con due persone che si incontrano (nel mio caso un americano e una signora norvegese) e che si mettono a parlare, dapprima salutandosi e poi formulando le semplici domandine di rito: «Come si chiama?», «Da dove viene?», ecc. La forza di questo metodo consiste nello sforzo a cui viene sottoposta la memoria di chi deve ascoltare e ripetere, nella ripetitività di ciascun termine (a volte è stancante continuare a ripetere, ma serve) e nello sforzo di connessione logica fra i termini che viene imposto al discente. Non solo si imparano i vocaboli, ma pian piano si è portati a creare frasi di senso compiuto e il tutto semplicemente ascoltando le lezioni mezz'ora al giorno. Ancora adesso, dopo circa due anni, ricordo le frasi che ho imparato e in Norvegia sono stata in grado di porre domande e farmi capire. Ovviamente, il non plus ultra consiste nell'abbinare il corso (come ho fatto io) a delle lezioni online di conversazione via Skype. La piattaforma scelta ai tempi è stata quella di Myngle. Non mi sono trovata benissimo, però, e non mi rivolgerei più a questa piattaforma di apprendimento online. La mia preferita è Learnissimo, di cui ho già parlato in un precedente post.
Il metodo Pimsleur si è, comunque, rivelato assai utile e divertente. Ottimo per cominciare a districarsi nei meandri di una nuova lingua. Parlo naturalmente delle fasi I e II di apprendimento, non essendo disponibili per la lingua da me scelta, le ulteriori fasi di specializzazione.
Veniamo ora al metodo. Premetto che il corso che ho acquistato io è stato quello di norvegese, di cui esiste, purtroppo, solo la parte dedicata ai principianti. In pochi richiedono questa lingua che è considerata, quindi, minore rispetto ad altre più diffuse. Effettivamente, come dar loro torto. Il norvegese è parlato solo in Norvegia, anche se la sua conoscenza permette poi di districarsi perfettamente anche in Svezia e Danimarca. Il corso è totalmente basato sull'ascolto e sulla ripetizione. Esiste una parte scritta che fa da appendice alle lezioni e in cui vengono riportati la maggior parte di vocaboli usati durante la fase orale per mostrarne la grafia. Non esistono difficoltose sezioni grammaticali da studiare e ricordare e questo vale per tutte le lingue, perché le lezioni sono tutte impostate allo stesso modo. L'unico inconveniente, per chi non conosca l'inglese, è che le istruzioni su quando e come rispondere durante l'ascolto sono impartite da un americano... Si incomincia con i primi rudimenti di una lingua e normalmente viene sempre inscenato uno spezzone di vita con due persone che si incontrano (nel mio caso un americano e una signora norvegese) e che si mettono a parlare, dapprima salutandosi e poi formulando le semplici domandine di rito: «Come si chiama?», «Da dove viene?», ecc. La forza di questo metodo consiste nello sforzo a cui viene sottoposta la memoria di chi deve ascoltare e ripetere, nella ripetitività di ciascun termine (a volte è stancante continuare a ripetere, ma serve) e nello sforzo di connessione logica fra i termini che viene imposto al discente. Non solo si imparano i vocaboli, ma pian piano si è portati a creare frasi di senso compiuto e il tutto semplicemente ascoltando le lezioni mezz'ora al giorno. Ancora adesso, dopo circa due anni, ricordo le frasi che ho imparato e in Norvegia sono stata in grado di porre domande e farmi capire. Ovviamente, il non plus ultra consiste nell'abbinare il corso (come ho fatto io) a delle lezioni online di conversazione via Skype. La piattaforma scelta ai tempi è stata quella di Myngle. Non mi sono trovata benissimo, però, e non mi rivolgerei più a questa piattaforma di apprendimento online. La mia preferita è Learnissimo, di cui ho già parlato in un precedente post.
Il metodo Pimsleur si è, comunque, rivelato assai utile e divertente. Ottimo per cominciare a districarsi nei meandri di una nuova lingua. Parlo naturalmente delle fasi I e II di apprendimento, non essendo disponibili per la lingua da me scelta, le ulteriori fasi di specializzazione.